09Dec2016

Mezzogiorno al palo, altro che Italia a due velocità!

Istat presenta di dati 2015: in aumento il rischio povertà, in particolare per chi abita al Sud e per le famiglie numerose

Di Alessandra Schofield
Non è migliorata nel 2015 – anzi, è leggermente peggiorata – la situazione economica generale per i cittadini italiani. Istat ha stimato che il 28,7% delle persone residenti in Italia (28,3% l’anno precedente) si sia trovata a rischio di povertà, grave deprivazione materiale o bassa intensità di lavoro. Se diminuisce leggermente il numero di persone che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (-0,4%), aumentano dello 0,5% i soggetti a rischio di povertà e non muta lo stato di cose per le famiglie che si trovavano nel 2014 in grave deprivazione.
L’onda lunga della crisi economica continua a farsi sentire, e i dati 2015 presentati da Istat il 6 dicembre scorso non sono per niente tranquillizzanti. Peggiora l’esposizione delle persone che risiedono nel Mezzogiorno (dal 46,4% al 45,6%), il che significa che quasi la metà delle famiglie meridionali sono povere o a rischio povertà. È un dato atroce, che testimonia la spaccatura sempre più tragica e profonda di un Paese dove pari diritti ed opportunità sono ancora un miraggio e dove la qualità di infrastrutture e servizi peggiora in maniera esponenziale man mano che si percorre lo stivale verso Sud. Una vergogna per qualsiasi governo ed un obiettivo di civiltà per chiunque aspiri a prendere in mano la guida del Paese.
In questa simpatica gara a chi sta peggio, il Centro si colloca al secondo posto: il peggioramento del rischio povertà è consistente e passa dal 22,1% al 24%, ma riguarda meno di un quarto delle persone. Lieve miglioramento – con diminuzione dello 0,5% – nelle aree settentrionali.
Guai a te se hai una famiglia numerosa. Con buona pace dei sostenitori dei “fertility day”, chi vive in famiglie con cinque o più componenti rischia di più; se si tratta di coppie con tre figli o più, il rischio povertà aumenta di ben 8,9 punti e se questi figli sono minori si passa dal 42,8% al 51,2%. Insomma, fate tanti figli, e se poi non riuscite a mantenerli peggio per voi. Per chi è credente e magari contrario alle politiche di controllo delle nascite, c’è sempre il padreterno cui rivolgersi.
Il reddito netto medio delle famiglie è di circa 2.456 euro al mese, ma la metà di queste percepisce circa 2.016 euro mensili. Inutile dire che nel Mezzogiorno l’importo scende, e si attesta attorno ai 1.667 euro.