17Feb2017

Il viaggio di una Pendolare

Di Claudio Ciccone
Claudia racconta la sua esperienza di viaggiatrice tra Roma e Guidonia (Rm)
Claudia è una dei quasi 2 milioni di pendolari che ogni giorno si spostano con i mezzi pubblici per raggiungere il luogo di lavoro o di studio (dati Istat 2001).


Intervistata da Konsumer, ha portato la propria testimonianza sulle condizioni di viaggio, in particolar modo nelle tratte ferroviarie
regionali e interregionali che transitano per la fermata di Guidonia (Guidonia-Roma, Tivoli-Romae Pescara- Avezzano-Roma).
Per avere una panoramica del servizio offerto, sono stati presi in considerazione tre fattori: modalità d'acquisto del biglietto, puntualità dei treni e stato delle carrozze.
Riguardo la prima, le carenze sono diverse: “Spesso e volentieri la macchinetta della stazione di Guidonia non funziona, ma sul treno sento che anche a Lunghezza, la stazione principale, le macchinette a volte non funzionano. Inoltre, se la domenica pomeriggio si decide di andare a Roma e prendere il treno, bar e tabaccherie sono chiuse, per cui uno spesso non sa come fare”. Per fare il biglietto e viaggiare in regola, dunque, c'è la possibilità di pagare direttamente sul treno parlando con il capotreno, ma “considera che il biglietto normale è di 2.10€, preso sul treno arriva fino a 5€ preso direttamente sul treno) è tanta la differenza. Molto spesso ci sono controllori che si fanno pagare il solo costo del biglietto, ma a loro scelta”. È soprattutto sulla puntualità dei treni che si muove la critica di Claudia: “Frequento questa linea da dodici anni, ti posso dire che ci sono delle corse che sono puntualmente in ritardo; un treno che dovrebbe partire per le sette e mezza, tutti i giorni passa alle otto meno un quarto, infatti uno arriva in stazione a quell'ora” e ancora “ultimamente mi è capitato di stare ferma almeno quaranta minuti prima di fare la prima fermata, perché il passaggio livello era rotto; prendendolo dalle sette e mezza della mattina alle quattro del pomeriggio ti posso assicurare che qualsiasi fascia oraria è complicata, almeno cinque minuti di ritardo li fa”. Questo ritardo che sembra essere cronico della tratta, naturalmente finisce per creare disagi anche importanti ai viaggiatori: “Una volta ho saltato un esame all'università; la scorsa settimana ho iniziato un corso, ho preso il treno un'ora prima, per non avere queste problematiche, e sono comunque arrivata in ritardo. Ci ho messo un'ora e mezza, invece di trentacinque minuti circa”.
Circa lo stato delle carrozze e la quantità del viaggio, la situazione sembra essere più sostenibile: “La maggior parte delle vetture sono nuove, malgrado questo a volte si muore dal caldo, a volte, in inverno, l'aria condizionata si blocca e si muore dal gelo, però devo dire che è una cosa che succede raramente. Il posto si trova sempre, anzi delle volte ho viaggiato quasi da sola, quindi non sono delle linee sulle quali trovi molte persone. Fino alle sette e mezza, se prendi il treno a Guidonia si trova ancora da sedere, già a Lunghezza sono costretti a stare in piedi, perché è un orario da università e da ufficio; altrimenti va meglio”

Una testimonianza in chiari e scuri dalla quale, se le ferrovie volessero, potrebbero prendere numerosi spunti per un miglioramento. Certamente troviamo grave che sia così complicato fare il biglietto, un disservizio che incoraggia i “portoghesi” ma che crea imbarazzo a chi il biglietto vorrebbe pagarlo.